Che il diffondersi della pandemia da SARS-CoV-2 (agente virale responsabile del CoViD-19) sia stato un autentico game changer, nel bene e nel male, è senz’altro appurato.


Pur nella drammaticità dei milioni di morti che ha causato, così come del sovraccarico dei sistemi sanitari mondiali (con ripercussioni tragiche in termini di morbilità e mortalità), SARS-CoV-2 è stato quel driver, quel volano, che ha dato il vero e autentico via alla digital transformation.

Dall’e-learning alla telemedicina, dallo smart working all’identità digitale: ogni aspetto del digital è stato accelerato dalla pandemia.

Nemmeno il settore turistico è stato esente dall’impatto con il virus e al tempo stesso con la tecnologia


Forte del suo unico e inestimabile patrimonio artistico, l’Italia è un paese con una forte vocazione turistica, appunto; negli anni immediatamente successivi alla diffusione pandemica, le sue città d’arte hanno, in una certa misura, tamponato l’impatto che il SARS-CoV-2 ha avuto sulla gestione dei flussi turistici in un momento così complesso, avvalendosi della tecnologia, in particolare delle counting technologies, autentico pilastro del crowd management.


In un certo senso, un case study in Italia è senz'altro costituito dalla città di Venezia: come è noto, una municipality del Belpaese su cui il turismo massificato (unito al fenomeno di AirBnB e dei voli delle compagnie low cost) ha maggiormente impattato, spesso portando a situazioni di overcrowding non del tutto facili da gestire.

In realtà, l’uso delle counting technologies era stato pianificato nei mesi immediatamente precedenti al SARS-CoV-2, per ovviare al fenomeno del sovraffolamento della città lagunare.


Ma è stato, soprattutto, durante la pandemia (quando le restrizioni si alleggerivano e il turismo era permesso, nonostante la circolazione del virus, attenuata ma pur sempre a ridosso della soglia critica), che le counting technologies hanno conosciuto nella Serenissima una vera accelerazione, al fine di gestire flussi di persone in sicurezza.


Attraverso il tracking della connessione dati dei device mobile in abbinamento a videocamere (circa 25 frame per secondo), già in precedenza installate per questioni di sicurezza nel totale rispetto della privacy (in quanto i dati sono raccolti anonimamente), il comune di Venezia è riuscito, in sinergia con player pubblici e privati operanti nel settore delle counting technologies, a far fronte al “people counting" durante la pandemia e, ovviamente, nel periodo attuale (quasi) post pandemico, altrettanto difficile per ovvie ragioni di numero.


Con 30 milioni di visitatori all’anno, Venezia ha optato per le counting technologies non solo per colmare il gap con altre città turistiche europee in termini di sicurezza e agibilità; ma, soprattutto, ha operato certe scelte, affidandosi a determinate soluzioni tech, al fine di traghettare il suo straordinario patrimonio artistico e culturale nell’era delle smart city.